Teatro Caporali, Panicale

Nel 1786 dodici famiglie panicalesi, tra le più note, anche per rendersi indipendenti dal clero allora governante, fondarono una società che venne chiamata Accademia Teatrale e fecero costruire da Francesco Tarducci, sopra i magazzini Fabbri, un bel teatrino in legno, che a causa della posizione fu denominato Teatro del Sole.
La sala rettangolare era inizialmente composta da un palcoscenico e da un palchettone sorretto da colonne basate sulla platea. In un secondo tempo il palchettone venne trasformato in 18 casini distribuiti in due ordini.
Nel 1856 il Teatrino era in uno stato molto precario fu ampliato e rinnovato dagli eredi dei primi soci, unitisi ad altri. L’Ing. Giovanni Caproni ampliò il palcoscenico, aumentò il numero dei palchi portandolo a 24, e sopra i palchi fece un bel loggione con ringhiera di ferro fuso. Il pittore perugino Alceste Ricci lo dipinse tutto in bianco con ornati a colori e dorature. La sala venne così elegante, allegra e armoniosa. La spesa fu di oltre mille scudi romani.
Il Teatrino venne riaperto al pubblico nel carnevale del 1858 con la denominazione di Teatro «Cesare Caporali», in onore del poeta giocoso nato a Panicale nel 1530 e deceduto a Castiglione del Lago nel 1601. Il Teatro piacque molto al celebre pittore Mariano Piervittori (in quel tempo stava dipingendo in Panicale, soprattutto nella Villa dei Mancini in Lemura), che volle contribuire ad abbellirlo donandogli nel 1869 il telone principale che rappresenta il famoso capitano Boldrino Paneri di Panicale, mentre riceve le chiavi della città di Perugia da lui liberata dall’assedio dei Brettoni comandati da Beltotto che dovevano assogettarla all’antipapa Clemente VII.
Nel 1921 nel Teatro furono fatti alcuni lavori e venne ridipinto dal valente pittore panicalese Ascanio Guglielmo.